Nella prima puntata di questa trilogia dedicata al “nastro multiuoso” abbiamo parlato delle origini, della storia e del successo mondiale del Gaffer Tape, nato dall’intuizione di un tecnico del cinema salvo poi conquistare notorietà in molti altri ambiti. In questo secondo appuntamento scopriremo meglio come è fatto ed il perché la sua particolare composizione rende il Gaffer così resistente, versatile ed affidabile.
Un nastro telato di cotone tessuto in una trama fine ed uno strato di colla ad alto potere saldante, ecco cosa era il primo nastro Gaffer. A ben vedere questo fortunato binomio funziona ancora adesso e, seppur con alcune migliorie e implementazioni, il nastro telato è rimasto grossomodo lo stesso negli anni. Vediamo quindi come è fatto…
Struttura
Andando a scoprire più da vicino la struttura stratificata del nastro notiamo che si compone di tre layer, ognuno con un preciso ordinamento.
Il primo è la maglia di cotone (mesh) che costituisce la spina dorsale del nastro adesivo, fornisce resistenza alla trazione e consente al nastro di essere “spalmato” in entrambe le direzioni. Il tessuto con una trama più stretta e un numero di fili più elevato è di qualità superiore ed offre solitamente una maggiore resistenza e uno strappo più preciso. Un nastro di qualità premium può avere un numero di thread di 44 x 28 per pollice quadrato. Come conseguenza il nastro realizzato con questa struttura è più costoso.
Da notare anche come questo primo strato di cotone, sia sempre e comunque opaco, proprio per evitare che la superficie possa in qualche modo riflettere la luce restituendo spiacevoli effetti in camera in ambito cinematografico e televisivo. Per contro invece, nell nastro Duct, che deve svolgere l’unica funzione saldante, troviamo un unico strato vinilico molto più sostanzioso che però, essendo talvolta molto riflettente e visivamente più “invasivo”, non risulta ugualmente idoneo agli ambiti in cui il Gaffer è universalmente preferito.
Il secondo strato è rappresentato dallo strato in polietilene, un materiale plastico che copre e riveste il mesh e lo protegge da umidità e abrasione. Questo rivestimento in plastica è flessibile e consente al nastro di aderire meglio alle superfici irregolari. Strato di cotone e polietilene vengono fusi insieme tramite un procedimento di pressione e calore.
Il terzo ed ultimo strato è lo strato adesivo, la parte incollante del nastro con la caratteristica peculiare ed unica di avere un grande potere saldante ma che allo stesso tempo rende possibile una rimozione istantanea e senza residui. Perché questo alto potere incollante? Di sicuro la formulazione delle colle ai composti di gomma e, in seconda analisi, lo spessore del substrato a cui viene applicata la colla, molto più spesso di quelli utilizzati su nastri di cellophane o nastri per mascheratura.
Anche in questo caso la quantità di colla può essere decisa e calibrata dal produttore a seconda degli scopi, aumentando o meno il potere incollante. Non sempre è necessario molto materiale colloso che, per conto, può anche significare più difficoltà alla rimozione mentre, come vedremo poco sotto, una caratteristica fondamentale del Gaffer Tape è l'assenza praticamente totale del residuo sulla superficie che deve quindi rimanere intatta...
Nell’immagine sopra si può vedere la schematizzazione del processo di realizzazione dei vari strati, attraverso l’uso di rulli ad alta coppia motrice ed opportunamente riscaldati (superiore alla temperatura di 127° e inferiore 38°) si procede alla saldatura degli strati. I cilindri sono fissati in posizione in modo che esista solo un piccolo spazio tra di loro ed in questo spazio, mentre i rulli si aprono, che la mescola incollante viene introdotta, mentre l'attrito generato riscalda e ammorbidisce la gomma fino a formare il nastro finito.
Caratteristiche uniche
Come già accennato nel primo articolo ci sono alcune caratteristiche che rendono il Gaffer differente rispetto ad altri tipi di nastro, peculiarità che lo rendono unico ed insostituibile. Vediamo le due più importanti.
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Nessun residuo colloso: una volta rimosso non deve rilasciare sulla superficie a cui è stato applicato residui di colla, infatti un nastro di alta qualità non deve lasciare praticamente nessun residuo appiccicoso, restituendo una superficie intatta.
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Grande resistenza e facilità di strappo: pur offrendo una grande robustezza una volta applicato il nastro deve poter essere tagliato in qualsiasi punto e senza l’uso di forbici o coltello.
Queste due caratteristiche, uniche nel mondo dei “nastri adesivi”, sono possibili proprio grazie alla struttura a strati sovrapposti ed alla tessitura dello strato di cotone stesso.
Chissà se da oggi in poi, maneggiando il vostro Gaffer Tape preferito, ricorderete quanto letto in questo articolo, e di come una tecnologia apparentemente così semplice può offrire performance incredibili! Nel terzo ed ultimo capitolo dedicato alla serie vi faremo vedere usi creativi e “bizzarri” del nastro Gaffer, che nell'aprile del 1970 contribuì a salvare addirittura la missione dell’Apollo 13!
Ricordate il film?!
Vi aspettiamo al terzo ed ultimo episodio del "Meraviglioso mondo del GafferTape : Parte 3 "